Il paziente è il primo medico di se stesso, riuscendo a percepire come nel tempo cambiano le sue abitudini nella minzione: riduzione della pressione di uscita dell’urina, aumento della frequenza nell’urinare (anche di notte), urgenza nel dover urinare, sensazione di incompleto svuotamento della vescica, fino ad episodi di ritenzione urinaria. Dopo aver effettuato una corretta diagnosi differenziale con altre patologie (stenosi uretrali, sclerosi del collo vescicale, disfunzioni neurologiche della vescica) sarà necessario valutare le reali dimensioni dell’adenoma prostatico per poter quindi impostare una corretta terapia che potrà essere dapprima farmacologica e quindi chirurgica. In base alle dimensioni della ghiandola si potrà optare per una soluzione chirurgica tradizionale (con taglio cgirurgico) o mini-invasica (approccio endoscopico).